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Possiamo immaginare il nostro corpo, infatti, come quell’indispensabile filtro capace di trasformare la realtà esterna e quella interna in linguaggi artistici compiuti. Scevro da intellettualizzazioni, il corpo, naturalmente, ripesca quei linguaggi antichi e non verbali, che, grazie all’uso integrato dei materiali artistici, si concretizzano in tracce e segni autenticamente propri e personali. La danza è quell’arte che, simultaneamente, vive nel tempo e nello spazio. In essa creatore e creazione, opera e artista, fanno tutt’uno, e il corpo che danza ha, per questo, una valenza ‘relazionale’ e ‘culturale’. Ciascuno di noi, danzando, parla di sé, e produce una vera e propria ‘scrittura’ sul e con il corpo. Il compito affidato a tale ‘scrittura’ è quello di veicolare significati e, per loro tramite, organizzare il rapporto fra gli individui, e fra essi e la realtà che li circonda.
L’arte ha la funzione di creare una zona di vita ricca di oggetti simbolici che contengono e comunicano idee. Tali idee poggiano in gran parte su desideri, emozioni, affetti e fantasie; e la creazione dell’oggetto artistico implica l’uso di complesse funzioni dell’Io che impegnano, simultaneamente, le nostre facoltà manuali, intellettuali ed emotive. La via dell’arte conduce dall’indefinito all’unico. Al suo inizio, quando è ancora ‘traccia’, un’opera presenta molte possibilità. Ma quando comincia a prendere ‘forma’, questa libertà si restringe e diventa rigore, tal che ogni singola ‘mossa’ si fa inevitabile. E’ così che l’arte crea ordine, a partire dal ‘caos’.
Il corpo, oltre che sede delle emozioni e luogo fisico entro cui si ambienta ogni nostra esperienza emotiva, è anche ciò che ci rende visibili e riconoscibili; il corpo è, quindi, fattore primario che tiene insieme la nostra narrazione personale e il nostro agire. Di fatto, non possiamo ‘fare’ nulla, e quindi essere efficaci nel mondo, senza il corpo. Allo stesso modo, il nostro corpo non può stare senza la mente. Pensiamo a corpo e mente, allora, come a ciò che ci rende soggetti unici, e integrati, capaci di vivere, e di creare.
Obiettivo generale, e principale di questo Laboratorio è quello di evidenziare ed esperire, direttamente con il proprio corpo, e attraverso l’utilizzo dei diversi materiali artistici, quelle dimensioni interne e personali che ci consentono di sentirci interi, presenti, creativi e assertivi; e, per questo, più capaci di leggere e praticare dimensioni e orientamenti relazionali congrui e funzionali alle diverse e specifiche utenze e pratiche professionali.
Elementi di Arteterapia e Danzaterapia Clinica, adeguatamente integrati in una cornice teorica che coniuga neuroscienze, fenomenologia e psicoanalisi della relazione, costituiscono la struttura metodologica prevalentemente esperienziale di questa proposta seminariale; e l’operatore della relazione di cura e aiuto ne è il destinatario elettivo.
Tecnica didattica – lezione/discussione, lavoro in piccolo gruppo, esercitazioni pratiche.
Il corso è articolato in 2 giornate di 7 ore, per complessive 14 ore.
Il mio corpo, il mio mondo: schema e immagine corporea.
Rigidità e flessibilità, leggerezze e pesantezze: nel corpo, nelle relazioni.
Il mio corpo lascia ‘tracce’: introduzione dei diversi materiali artistici, loro valenza simbolica.
Rielaborazione verbale dell’intero percorso, con spunti teorici di riferimento.
Consapevolezza di sé e del proprio corpo: la possibilità della propria ‘messa in forma’.
Dalla ‘traccia’, alla ‘forma’: il materiale artistico come medium simbolico.
La relazione con sé, e con l’altro; la realizzazione dell’’idea’, attraverso il materiale artistico.
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