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La scrittura di viaggio è una categoria assai vasta dentro la quale possono trovare spazio diverse forme di narrazione legata al viaggio in quanto esso stimola una produzione assai sfaccettata e articolata.
Là dove lo sguardo acuto e indagatore del giornalista si incrocia con la capacità di leggere dentro, di ampliare ed espandere la trattazione includendo un contesto più ampio e anche sé stessi, il proprio punto di vista e sentire, lì nasce il reportage narrativo. La letteratura si impossessa del materiale giornalistico e ne fa pretesto perché la parola scritta diventi non solo racconto dei fatti ma riflessione acuta e intima sugli eventi.
Riszard Kapuchinski, Tiziano Terzani, Fernanda Pivano e Svetlana Aleksievich sono le quattro voci e le quattro penne che ci possono condurre attraverso le tecniche e le forme uniche e personalissime di allenamento dellp sguardo per osservare fuori di sé e leggere dentro di sé in un costante rimando tra il proprio e l’altrui, tra il minuscolo e il macroscopico, tra una visione da vicino e una da lontano.
Lezione 1
Ryszard Kapuchinski: Immergersi con tutti i sensi. Come la capacità di lasciarsi assorbire e avvolgere argina il rischio di lasciarsi travolgere. Occhio attento da reporter e capacità di giudizio. Saper trascinare "dentro" una storia. ( In viaggio con Erodoto, Ebano, Shah-in-shah).
Lezione 2
Tiziano Terzani: la capacità di penetrare un intero continente assumendone il ritmo, lento. La scrittura stessa si fa lenta e breve e questo le permette di indugiare sui dettagli che soli consentono il cogliere una tale vastità. Il giornalista e l’uomo si interrogano sul senso delle cose, facendo costante esercizio di curiosità finché il secondo ripudia il primo. (In Asia, Fantasmi, buonanotte Sig. Lenin)
Lezione 3
Fernanda Pivano: essere in anticipo rispetto ai tempi è un dono raro. Leggere ad alta voce, dare voce alle impressioni, all’immediatezza dell’accadimento prima che la penna le faccia proprie è una strategia perfetta per dare anche allo scritto che segue dinamismo, efficacia, forza nel trascinare il lettore esattamente nel luogo e nel momento in cui tutto accade. ( viaggi ad alta voce 1968/1979 e viaggio americano)
Lezione 4
Svjatlana Aleksievic La guerra è cosa da uomini. Eppure l’autrice la racconta attraverso la storia dei sentimenti, dei desideri di chi l’ha vissuta. La ricerca della verità di ciascuno. La violenza che si abbatte non solo sui corpi ma sul loro contenuto emotivo e la voglia di dare un senso a tutto ciò ponendosi centinaia di interrogativi per costringersi a trovare risposte. ( Ragazzi di zinco)
Elena “Dak”, conservatrice dei beni culturali, guida sahariana e scrittrice. Nata a Venezia nel 1970, ha lavorato per molti anni come guida per l’operatore turistico Kel12 e oggi per Spazi d’Avventura e La Forma del viaggio. E' laureata in Conservazione dei beni culturali con indirizzo antropologico presso Ca’ Foscari di Venezia. In fase conclusiva, la laurea magistrale alla Bicocca in Scienze antropologiche. Ha tenuto diversi seminari e lezioni presso Ca’ Foscari e la Bicocca. Due suoi libri sono stati scelti per un corso di laurea in letteratura italiana contemporanea a Cà Foscari. Da anni è impegnata in campagne di ricerca presso popolazioni di pastori nomadi. Ha pubblicato: La Carovana del sale, Io cammino con i nomadi ( entrambi Corbaccio editore), Sana’a e la notte ( Poiesis) e Ancora in Cammino, insieme a Bruno Zanzottera ( Crowdbooks edizioni). Collabora con la rivista Africa ed Erodoto108. Ha tenuto in ottobre 2018 una Ted Talk a Milano.
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