“Ed è un gioco molto bello, o Socrate,
in confronto dell’altro che non vale nulla,
questo di chi è capace di dilettarsi con i discorsi,
narrando storie sulla giustizia
e sulle altre cose di cui parli”
PLATONE, Fedro, 276E
Fin dalla sua nascita, la filosofia intrattiene un rapporto di amore e odio nei confronti del racconto: per Platone la scrittura procura l’apparenza di verità e rende i lettori dei portatori di opinioni, anziché dei sapienti. La scrittura come phàrmakon: “rimedio”, ma anche “veleno”. Nonostante ciò, Platone è il primo filosofo che affida sistematicamente il suo sapere alla scrittura. E non solo. Per far ciò si affida a due generi narrativi per eccellenza: il dialogo e il mito. Amore e odio tra sapere e narrare.
Il corso vuole esporre alcuni fra i principali esempi e modelli di uso caratteristici della narrazione in filosofia, allo scopo di sviluppare concetti e indagini filosofiche. Il suo obiettivo primario è proprio quello di offrire strumenti e spunti di uso filosofico del racconto, finalizzato ad esprimere qualcosa che, di per sé, non è raccontabile: il pensiero, la rappresentazione della realtà per concetti. Raccontare l’invisibile, ovvero, come suggerisce Wittgenstein, “dire l’indicibile”.
Nel corso dei quattro incontri si svolgerà un percorso a tappe che presenterà diversi filosofi e i loro modi di pensare per narrazioni (o narrare per pensieri):
TAPPA 1
Platone – “Ma bisogna fargli gli incantesimi tutti i giorni, al fanciullino !” ovvero il racconto mitico come divulgazione e mobilitazione [esperienza di pensiero e forza/potere di mobilitazione]
TAPPA 2
Agostino – “Attuare la verità” ovvero il racconto autobiografico come racconto vero per dei testimoni
Cartesio – “Se una notte d’inverno un filosofo” ovvero la meditazione come esercizio di dubbio e immaginazione
TAPPA 3
Hegel – “Chi è migliore, esprime solo questo mondo meglio degli altri” ovvero il romanzo dello spirito, la filosofia come racconto delle esperienze della coscienza.
Kierkegaard – “Scrivere è e deve essere un’azione: un colpire alle spalle” ovvero i personaggi filosofici come possibilità esistenziali
TAPPA 4
Wittgenstein – “Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” ovvero il non-detto e il non-dicibile del pensare (e del raccontare).
Una particolare attenzione verrà posta ad alcuni strumenti narrativi utilizzati dai filosofi per affrontare problematiche metafisiche e scientifiche: esperimenti mentali, paradossi, storie filosofiche…
Il corso prevede quattro incontri.
Non è necessario alcun materiale per lo svolgimento del corso.
Il corso è rivolto a tutti e non sono necessari requisiti di partenza.
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